Cosa succede dopo il rimedio?

Dopo la somministrazione del rimedio omeopatico in un caso acuto i sintomi dovrebbero migliorare subito. Quando peggiorano di nuovo, normalmente si ripete lo stesso rimedio. Nei casi cronici, dopo la somministrazione del rimedio il/la paziente deve osservare molto bene i propri sintomi – sia psichici che fisici. L’effetto positivo del rimedio omeopatico si noterà perché la persona si sentirà più leggera, più rilassata, reagisce meglio in situazioni critiche e ha semplicemente più voglia di vivere e più forza. Nei casi cronici in particolare, i sintomi fisici possono diventare più intensi per alcuni giorni (o anche per settimane, se un certo sintomo era presente durante anni), e infine migliorare. Se – dopo un miglioramento per un certo periodo – i sintomi peggiorano di nuovo, l’omeopata ripete il rimedio (se gli stessi sintomi sono ritornati) o consiglia un rimedio successivo (se il/la paziente ha nuovi sintomi). Perciò i controlli di decorso (da ogni mese a ogni tre mesi) sono molto importanti, anche quando il/la paziente sta bene. Così l’omeopata può osservare e annotare quanto ha aiutato il rimedio in un certo periodo, per prescrivere più tardi il prossimo rimedio – quando / se viene una ricaduta. Se una persona ha la pazienza di continuare il percorso della guarigione naturale con l’aiuto dell’omeopatia classica, può guarire anche di sintomi che aveva durante molti anni (“per una vita”).

I rimedi omeopatici

I rimedi omeopatici derivano …

  • dalle piante, p.es. Arnica montana
  • dai minerali, p.es. Zincum metallicum
  • dagli animali e/o i loro veleni, p.es. Apis mellifica
  • dagli imponderabili, p.es. Magnetite-polo-nord, Magnetite-­polo-sud, Elettricitas, Sol, Luna, X ray (raggi X)
  • dai sarkodi, p.es. Thyreoidinum
  • dai nosodi
    • provenienti da colture di virus o batteri, funghi e lieviti patogeni, parassiti, p.es. Tuberkulinum Koch
    • provenienti da vaccini, sieri, tossine, p.es. Vaccininum
    • provenienti da secrezioni o escrezioni patologiche, p.es. Medorrhinum
    • provenienti da organi, parti di organi o tessuti alterati da un processo morboso, p.es. Carcinosinum
    • di origine diversa, p.es. Pyrogenium (ottenuto da carne lasciata marcire)

I rimedi omeopatici sono sottoposti ad un processo di diluizione che ne garantisce la completa atossicità. L’accompagnante dinamizzazione esalta le proprietà terapeutiche e quindi l’efficacia del rimedio omeopatico.

Come si svolge un’anamnesi omeopatica?

La prima seduta serve a raccogliere molte informazioni sul/sulla paziente: Qual’è il suo problema? Quando è iniziato? Ci sono stati traumi fisici o psichici? Di quali malattie ha sofferto in passato? Inoltre l’omeopata classica pone una serie di domande, che servono per capire le caratteristiche della persona e dei suoi sintomi; tutto questo è necessario per identificare il rimedio appropriato.

Alla fine dell’anamnesi l’omeopata consiglia il rimedio adatto. In alcuni casi deve ‘repertorizzare’, vuol dire cercare nei libri o sul computer i sintomi del paziente.

I controlli di decorso (da ogni mese a ogni tre mesi nei casi cronici) sono molto importanti per verificare se il rimedio agisce bene o se si dovrebbe ripetere il rimedio o cambiarlo.